MyPersonalStyle: Emanuela Pirrè

Oggi per la rubrica MypersonalStyle vi presento con orgoglio la mia amica Emanuela Pirrè,che non è una blogger, almeno non ancora, ma è una giornalista che scrive per diverse testate, e che di moda ne mastica davvero tanto, e la vive con una vivacità e una personalità a mio avviso davvero non comune. Ma lasciamo la parola a lei!




Mi chiamo Emanuela e sono nata con una malattia: la moda. La moda per me è l’aria che respiro, una forma di cultura, espressione, comunicazione e linguaggio che amo e rispetto. Vivo sospesa tra la passione per il vintage e l’amore per futuro ed avanguardia. Sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni e per fortuna Enrico, il mio amore, sopporta con pazienza entrambe, me e la collezione. Il minimalismo non fa per me e sono allergica a convenzioni, conformismo ed omologazione. Sono curiosa di natura perché è la vita stessa ad incuriosirmi: oltre alla moda, amo i viaggi, i libri, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, il nuoto ed il buon cibo.

Da quanto tempo sei entrata nel mondo della moda e perché?

Come dicevo, la moda è una malattia con cui sono nata e ne ho le prove: basta guardare le foto di quand’ero piccina. Per molti anni, però, mi sono occupata d’altro. E’ stata poi una cosa brutta a portarmi sulla strada del mio antico amore: l’azienda per cui lavoravo mi ha messa in mobilità insieme ad una quarantina di colleghi. In principio è stato un dramma, poi ho cercato di capovolgere la cosa, vedendo un fatto brutto come una nuova opportunità. Dopo molti corsi fatti negli anni (non avevo mai abbandonato la passione per la moda), ho frequentato due corsi più approfonditi allo IED e mi sono avventurata nel mondo della moda cercando di reinventarmi. Il cambiamento è avvenuto nel 2011 e ora scrivo di moda per alcune persone che stimo e per i loro bellissimi progetti editoriali nei quali credo fermamente. Inoltre cerco di aiutare designer emergenti a collocarsi sul mercato.

Quali sono gli aspetti del tuo lavoro che più ami e quali invece ti piacciono meno?

Amo l’aspetto più puro della moda, la creatività di per sé stessa. La moda come concetto non mi deluderà mai.
Non mi piace la voglia di distruggere che capto in giro: a me piace costruire. Se non mi piace una cosa passo oltre; se non viene richiesto il mio parere taccio. Al contrario mi piace condividere bellezza e positività e se qualcosa mi piace mi fa molto piacere e mi dà gioia esprimerlo.
Se devo scendere nello specifico, non amo particolarmente il dilagare di trasmissioni che vogliono dire alla gente come vestirsi. A mio avviso non è un buon modo per diffondere la moda: un buon modo sarebbe invece quello di dare un’aurea meno snob a ciò che gira attorno a questo mondo, non per svilire bensì per diffondere il concetto che la moda è linguaggio e cultura e che non riguarda solo gli abiti. Ho paura che tutte le esagerazioni, sia durante le settimane della moda con l’eccessiva spettacolarizzazione dello street style sia l’irrealtà di certe trasmissioni, finiscano per allontanare le persone anziché avvicinarle e che facciano percepire la moda come una cosa futile per persone che hanno tempo da perdere. Sempre a mio avviso, quel genere di trasmissione tende ad appiattire la personalità e ad omologare. Mi rendo conto che esistano occasioni d’uso e dress code, espressioni oggi molto in voga, ma credo anche che sia importante essere sé stessi sempre ed avere un’impronta personale. Dicendo queste cose, voglio solo esprimere un mio parere, non un giudizio: conosco personalmente professionisti in gamba, che stimo e che fanno questo mestiere. Trovo però sbagliato che ad una donna si insegni a vestirsi per apparire magra; trovo che bisognerebbe vestirsi per essere piuttosto sé stessi.
by M MIlani


Dove vorresti che ti portasse la tua strada?

Bella domanda…
Finora ho colto tutto ciò che ho trovato, mi sono aperta a molte esperienze diverse, non mi sono risparmiata, sono stata come una spugna che ha assorbito ogni cosa. Mi sono sentita come Alice nel Paese delle Meraviglie.
Da un po’ di tempo, sto selezionando e trovo che sia giusto, perché vuol dire che sto imparando cosa è meglio per me. Da “grande” mi piacerebbe continuare a scrivere: mi dà soddisfazione e mi dà la possibilità di fare ciò che amo, ovvero far ricerca e continuare a studiare ininterrottamente. E mi piacerebbe che lo scouting diventasse il mio vero e proprio lavoro. Mi sento anche molto portata per la comunicazione, mi piace condividere. E per il contatto col pubblico, altra cosa che amo e verso la quale nutro dei progetti dei quali non parlo per scaramanzia.

Segui i blog di moda?

Certo, tantissimo. Ogni giorno leggo decine di articoli sui blog.
E leggo sia quello che mi piace e che considero un modello sia quello che non mi piace: essere informati è importante.
Contrariamente a molti, trovo interessantissimo il fenomeno dei blog e trovo che tra i blogger ci siano personalità da considerare con grande attenzione, basta cercare, saper scegliere e non fermarsi alle apparenze. Ho molti amici blogger ed apprezzo il loro lavoro.
Non escludo – tra l’altro – di aprirne uno mio, prima o poi.

Che tipologia di blog ti piace leggere?

Preferisco quelli che hanno una base di informazione. Confesso che quelli di soli outfit mi annoiano velocemente e preferisco chi ha una buona scrittura.
Inoltre amo i blog che possibilmente siano un po’ vari. Mi piacciono quelli un po’ contaminati, trasversali, che abbiano e diano spazio anche alle altre mie passioni. Per me la moda non è sterile o fine a sé stessa, ma deve necessariamente dialogare con altri mondi.

La tua rivista di moda preferita e perché

Perdonami ma per me è impossibile rispondere a questa domanda.
Come ti dicevo, le mie fonti di informazione sono molto varie e le mie letture spaziano attraverso tante riviste, magazine, blog. Spesso mi capita di verificare la stessa notizia su più testate. A mio avviso cuore e testa devono essere sempre aperti. Mi è capitato di trovare cose bellissime su testate quasi sconosciute.

L'ultimo paio di scarpe acquistate o che vorresti acquistare

Uh, che domanda! Le scarpe sono una delle mie manie, lo ammetto. Difficile anche ricordarmi l’ultimo paio che ho acquistato. Fammi pensare… Ah, sì, penso che siano un paio di stringate in vernice multicolor firmate Hego's Liverpool. Sono strane, lo so, ma le scarpe normali non fanno per me!


Gonna o pantaloni?

Enigma… Vado a periodi e a momenti!

Hai uno stile molto forte e personale, da dove cogli ispirazione?

Ovunque perché le mie passioni non vanno a compartimenti stagni, comunicano tra loro.
Ho sempre in testa una cosa che mi ha detto una mia insegnate in IED: chi si interessa di moda deve essere ricettivo e aprirsi a 360 gradi, senza riserve e senza preconcetti. Non sai mai da dove ti arriverà lo stimolo giusto, a volte dalle cose più impensate. Ciò che vedi oggi e che non riesci a collocare potrebbe diventare qualcosa di concreto domani o tra una settimana o tra un mese. Mi capita di inseguire un’idea per settimane e poi di vederla concretizzarsi in un attimo per uno spunto improvviso.
Guardo molte immagini, le conservo, mi piace guardare le vetrine anche senza necessità di comprare nulla. Non mi stanco di dire che chi pensa che moda e shopping coincidano non ha un vero, autentico amore per la moda.
So che non sono perfetta e non mi interessa esserlo: non mi interessa vestirmi per apparire magra o giovane/giovanile, mi interessa essere me stessa.
press day jimmy choo

su cosmopolitan

autoscatto

by M Milani


La tua collezione preferita tra le sfilate P/E 2013

Altra domanda difficile come quella delle riviste.
Ti svelo un’altra mia caratteristica: odio i total look. Detesto che un outfit proposto in sfilata o in collezione o su una rivista venga adottato in toto senza intervento personale.
Inoltre sono onnivora, passo senza problemi dalle grandi marche al low cost, mi piace mixare, aggiungo pezzi vintage e adoro cercare tra i nuovi stilisti.
Se proprio devo scegliere, ti dico che amo la collezione Stella Jean per la P/E 2013. Stella Jean ha ciò che piace a me: uno spirito ed un respiro cosmopolita, internazionale, in cui vedo confluire molte influenze. Per lei potrei fare un’eccezione e cedere alla tentazione di un total look.





Il tuo make up essenziale
Il make up non è il mio forte. Da tempo sogno un corso ma non trovo mai il tempo di farlo.
Mi piacerebbe imparare a truccarmi meglio, soprattutto gli occhi.
Comunque mai senza mascara: lo trovo essenziale.

Jewel e bijou: croce o delizia?

Questa domanda, invece, per me è facilissima: assoluta delizia, perché adoro i bijou!
Anni fa prediligevo gli abiti, ora preferisco i bijou al punto che spesso parto da quelli per costruire il mio outfit del giorno: decido di indossare una data collana ed attorno a quella scelgo poi cosa indossare.
Non potrei mai farne a meno: senza mi sento nuda. Trovo che gli accessori, ed in particolare i bijou, raccontino molto della nostra personalità.
Io li amo grandi, importanti, con una storia da raccontare: non li scelgo in base alla preziosità, è un criterio che non mi interessa. Amo il vintage, il recupero, i materiali inconsueti.
Il giorno in cui mi vedrete con un semplice filo di perle… capirete che c’è qualcosa che non va!
Ultimamente tengo d’occhio alcune giovani creatrici e sono orgogliosa del fatto che siano tutte donne piene di grande talento: tra loro ci sono Giulia Boccafogli, Enrica Baliviera di Tout Court Moi, Gaia Petrizzi di Tupi-Tupi, Serena Ciliberti di Sayang Ku, Francesca Ribaldi di Cipria 23, Francesca Morini di TuttiGufi, Madina di Colazione da. Mi sono già assicurata un pezzo per ognuna di loro! E non è finita: presto alla mia collezione si aggiungerà qualche gioiello di Fanny Raponi ed anche di Livia Lazzari di Voodoo Jewels. Ho grande stima di ciascuna e al gruppo si aggiunge Serena Fumaria il cui progetto Hu4me ha anche una finalità charity che mi dà emozione. E comunque ogni giorno si aggiunge qualche nome a questo splendido elenco, perché grazie al mio lavoro ho la fortuna di conoscere spesso persone talentuose.
Bracciale Medusa by Giulia Boccafogli

 Collier by Enrica Baliviera, Tout Court Moi

 Francesca Ribaldi di Cipria 23

tupi tupi

Serena Ciliberti di Sayang Ku
 
 Madina


tuttigufi

Hu4me di Serena Fumaria

 linea Chi ha rubato l'argenteria di Fanny Raponi, photo Juliaan Hondius

 purple moon huge fragment ring from Voodoo Jewels di Livia Lazzari

Qual è la tua icona di stile di oggi?

Vorrei ribadire che per me il concetto di stile coincide con l'avere personalità. E che lo stile per me è conseguentemente non essere delle copie (belle o brutte), non cedere ai total look, nonché indossare il sorriso, essere positivi e costruttivi e non essere cattivi e presuntuosi. Per me sono out ed il contrario di stile la distruttività e la mancanza di personalità.
Stile non è semplicemente rispettare un dress code o conoscere l’occasione d’uso, tanto meno è assorbire pedissequamente qualsiasi tendenza arrivi dalle passerelle diventando dei manichini. Stile per me è avere un immaginario e saperlo raccontare, in modo tale che la moda diventi linguaggio e comunicazione. Le mie icone sono persone che hanno saputo dire la loro in questo campo. E che hanno avuto la personalità per infrangere le regole, ognuno a modo loro.
Trovo che le parole icona e mito siano oggi molto inflazionate e troppo utilizzate. Non mi vengono in mente nomi tra le star, attrici, modelle o principesse di oggi: ne trovo molte carine, alcune le tengo d’occhio con particolare interesse, ma tra qui ed usare la parola icona ce ne vuole. Preferisco la gente normale, quella che conosco. Potrei farti diversi nomi tra le persone che conosco, tra i professionisti con cui lavoro. Gente con personalità e carica di passione per ciò che fa: loro per me sono modelli.

Qual è la tua icona di stile di sempre

In questo caso ho diverse figure di riferimento importanti.
Andando in ordine sparso… Diana Vreeland: famosa per essere stata direttrice di Vogue, ha inventato una nuova professione – quella di fashion editor – ed è stata la prima a catturare e trasferire lo spirito del tempo nelle pagine dei giornali di moda. C’è chi si schiera a favore di Coco Chanel o di Elsa Schiaparelli, ma a me riesce difficile: ammiro la prima perché ha trasformato le difficoltà (nacque in un orfanotrofio) in una vita di successi, mentre amo la seconda perché seppe mischiare arte e moda; opposte per nascita, estrazione e stili, hanno lavorato entrambe affinché le donne fossero libere e indipendenti. Adoro Anna Piaggi e ho molto pianto la sua recente scomparsa: è stata una grande giornalista e come ha scritto un mio carissimo amico e maestro, Stefano Guerrini, “il suo guardaroba era come la tela per un pittore”. Mi manca molto anche Lee Alexander McQueen. Mi piace la figura di Paul Poiret: oltre ad essere stato un couturier, un mecenate, un innovatore, è stato uno dei fautori dell’eliminazione del corsetto. Mica poco per noi donne! E poi ammiro enormemente Iris Apfel: classe 1921, se la si vede una volta, non si dimentica più. Di lei scrivono “una mente geniale non ha età”: è una grande verità.
coco chanel

alexander mc queen

anna piaggi

elsa schiapparelli

diana vreeland

iris apfel

paul poiret


Mi trovate qui https://www.facebook.com/emanuela.pirre
Oppure il mio indirizzo di posta elettronica è emanuela.pirre@gmail.com
E se volete, trovate i miei articoli su http://www.webelieveinstyle.it/ di Stefano Guerrini e su http://www.maglifico.com/ di Federico Poletti.

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